Notturno

a cura di Mattia Giancarli

“Per quanto il naturale istinto di conservazione e la speranza d’uscire alla meno peggio dalla mia rischiosa avventura m’empissero il cuore di gioia, il lettore può immaginarsi il mio stupore alla vista di quell’isola aerea abitata da persone che sembravano poterla muovere e alzare a loro talento. Tuttavia, non avendo voglia in quell’istante di fare della filosofia, mi contentai di guardare verso qual parte si dirigesse l’isola, che sembrava essersi per un momento fermata.”

Come Gulliver nei suoi avventurosi viaggi narrati nel 1726 da Jonathan Swift, anche chi si trova davanti alle Isole volanti di Logli non può che meravigliarsi e cominciare a fantasticare. In Notturno Urbino solca un cielo in novilunio come un vascello sul mare, fendendo, invece che le onde, una fitta coltre di nuvole atre che niente hanno a che fare con la nebbia che, salendo spesso in autunno dalla Massa Trabaria, fa galleggiare la città dei Montefeltro. Nel dipinto il cielo è in burrasca e l’Isola è minacciata da nubi che non portano acqua ma che sono cariche di anidridi e polveri tossiche.

In diverse interviste, infatti, Logli era solito rispondere a chi gli chiedeva cosa lo ispirasse nella realizzazione dei suoi dipinti che, andando a Milano a lavorare per la Garzanti all’età di ventisei anni nel 1959, si era portato nel cuore i mattoni, i coppi, il bugnato di certi portoni e l’aria tersa della sua ventosa Urbino; ricordi in cui amava trovare rifugio e che lo cullavano la sera davanti alle sagome spettrali dei condomini di Milano illuminati nello smog del traffico dai neon. Notturno parla di questa lotta tra Urbino, che svetta candida nel cielo, e le nuvole che la insidiano ma che non riescono a raggiungerla. Tutto avviene mentre al suolo caratteri alfabetici e segni indistinti sembrano prendere vita come gli esserini divertenti e fantasiosi dei dipinti di Mirò, memoria di una nobilissima formazione grafica svolta dall’artista presso l’Istituto di Belle Arti per l’Illustrazione e la Decorazione del Libro con professori d’eccellenza come Francesco Carnevali, Carlo Ceci, Renato Bruscaglia e Pietro Sanchini.

Mario Logli, Notturno, tecnica mista, olio e acrilico su tela; 120×110 cm.
Mario Logli, Finestra sul Mercatale, tecnica mista, olio e acrilico su tela; 80x100 cm.